Il 2024 in numeri
Il 2024 si è configurato come un anno di transizione, segnato da una crescita globale modesta e da sfide economiche e geopolitiche che hanno influenzato profondamente i mercati internazionali. I dati ci raccontano un quadro in cui l’economia globale cerca di stabilizzarsi dopo anni di turbolenze, tra segnali di ripresa e persistenti difficoltà strutturali.
Una crescita globale
Il PIL globale nel 2024 è previsto crescere di poco oltre il 3%, un dato che, pur in linea con il 2023, rimane inferiore alla media del decennio pre-pandemia. Negli Stati Uniti, nonostante un mercato del lavoro in lieve raffreddamento, l’inflazione ha continuato a diminuire, permettendo alla Federal Reserve di ridurre i tassi di riferimento di 50 punti base, portandoli al 4,75-5,00%. L'economia cinese, invece, affronta segni di rallentamento, con una crescita prevista al 4,9% per il 2024, penalizzata dalla debole domanda interna e dalla crisi immobiliare.
Nell’Unione Europea, la crescita economica si attesta a un modesto 0,9%, segnando un rallentamento rispetto alle aspettative di primavera. Questa dinamica è il risultato della persistente debolezza della manifattura, parzialmente compensata da una moderata espansione del settore dei servizi, trainata soprattutto dal turismo.
In Italia, il PIL è previsto crescere dello 0,5% nel 2024, sostenuto principalmente dagli investimenti pubblici legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Nonostante ciò, la debolezza della domanda interna e il contributo negativo delle esportazioni nette frenano una crescita più vigorosa. Il 2024 si chiude quindi con un’economia italiana che continua a navigare in acque difficili, ma con prospettive di miglioramento nei prossimi anni.
Per saperne di riguardo alle previsioni economiche europee e italiane leggi il nostro paper “Europa e Italia 2026: previsioni economiche e tassi d’interesse”
Inflazione in calo
Uno degli sviluppi più rilevanti del 2024 è stato il calo dell’inflazione. Nell’Unione Europea, l’inflazione è scesa al 2,6%, un dato che segna un ritorno alla stabilità dei prezzi dopo anni di volatilità. In Italia, l’inflazione del 24’ è prevista all’1,1%, grazie alla discesa dei prezzi energetici e alla moderazione della dinamica salariale. Questa riduzione ha fornito un leggero sollievo tanto alle famiglie quanto alle imprese, sebbene il settore dei servizi abbia continuato a registrare prezzi elevati, in particolare nei comparti legati al turismo.
Le politiche monetarie hanno giocato un ruolo cruciale in questo contesto. La Banca Centrale Europea ha ridotto i tassi di interesse, portando il tasso sui depositi al 3,25%, in un tentativo di stimolare la domanda interna e sostenere l’attività economica. Anche in Italia, questa dinamica ha contribuito a una leggera ripresa della domanda di credito, sebbene le imprese siano rimaste caute negli investimenti.
Segnali contrastanti dal mercato del lavoro
Il 2024 ha visto un mercato del lavoro europeo relativamente stabile, con un tasso di disoccupazione medio del 6,1%. In Italia, il tasso di disoccupazione è sceso al 6,8%, segnando un miglioramento rispetto al 2023. Tuttavia, emergono segnali di rallentamento: il numero di ore lavorate è diminuito, mentre i posti vacanti sono calati. Allo stesso tempo, i salari reali sono aumentati del 2,2%, contribuendo a una moderata crescita del potere d’acquisto delle famiglie.
Nonostante l’aumento del reddito disponibile delle famiglie italiane, i consumi hanno registrato solo un lieve incremento, attestandosi a +0,4%. Questo dato riflette un atteggiamento prudente da parte dei consumatori, che hanno preferito incrementare i risparmi. Il tasso di risparmio delle famiglie è salito al 9,5%, segnando un aumento rispetto all’anno precedente, ma rimanendo inferiore alla media storica europea.
Prospettive per il futuro
Il 2024 si è concluso come un anno di adattamento e consolidamento, con l’Italia che ha affrontato le sfide economiche con una certa resilienza. Tuttavia, il cammino verso una crescita più robusta richiederà ulteriori sforzi, tra cui l’attuazione efficace dei progetti del PNRR e un miglioramento delle riforme strutturali. Sul fronte europeo, la stabilizzazione dell’inflazione e le politiche monetarie espansive rappresentano una base solida per una ripresa più marcata nel 2025.
Conclusioni
Il 2024 si è dimostrato un anno cruciale per la transizione economica, con numeri che raccontano una storia di sfide ma anche di opportunità. L’Italia, pur crescendo a un ritmo modesto, ha gettato le basi per un futuro più stabile. L’Europa, nel suo complesso, si trova a un bivio, con la necessità di bilanciare politiche fiscali e monetarie per sostenere una ripresa economica duratura.