Italia e Germania sfidano il divieto UE sui motori a combustione

 

Nel contesto della transizione ecologica, il dibattito sull'adozione dei veicoli elettrici (EV) si fa sempre più acceso in Europa. Italia e Germania si sono unite ai costruttori di automobili europei chiedendo una revisione della normativa dell'Unione Europea che prevede il divieto di vendita di auto con motori a combustione interna (ICE) dal 2035. Le due nazioni, preoccupate per le implicazioni economiche e industriali di questa misura, hanno avanzato una proposta di modifica, chiedendo che il riesame delle politiche avvenga già nel 2025, anziché nel 2026 come stabilito inizialmente.

 

Le motivazioni dietro la richiesta di revisione

Il ministro italiano per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso, ha dichiarato che è ormai “certo” che l’obiettivo del 2035, che stabilisce un limite zero sulle emissioni dei veicoli, non potrà essere raggiunto senza un adeguato supporto alla transizione. Secondo Urso, senza un cambiamento di rotta, l'industria automobilistica europea rischia di "collassare”. Questo scenario è stato reso ancora più probabile dal calo delle vendite di auto elettriche, che ha visto una riduzione del 18% in agosto rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, con la quota di mercato dei veicoli elettrici in forte discesa.

 

I timori dei produttori e le difficoltà strutturali

Le aziende automobilistiche, rappresentate dalla European Automobile Manufacturers' Association (ACEA), hanno recentemente lanciato un appello, avvertendo dell’urgente necessità di "misure di sollievo" da parte dell’UE per evitare pesanti multe per il mancato raggiungimento degli obiettivi di emissione. Nonostante le pressioni, la Commissione Europea ha risposto sottolineando che l’industria ha ancora tempo per adattarsi, ricordando che le politiche erano state progettate con un adeguato margine temporale.

Il problema, secondo i produttori, non è solo legato alla capacità di produrre veicoli elettrici, ma anche alle carenze infrastrutturali. Manca una rete di ricarica adeguata e l'approvvigionamento di materiali critici come le batterie e l’idrogeno è tutt'altro che sicuro. Inoltre, le difficoltà economiche legate alla concorrenza crescente dei veicoli elettrici cinesi e gli incentivi pubblici insufficienti per l'acquisto di veicoli elettrici stanno frenando ulteriormente la domanda.

 

La posizione di Italia e Germania

Il governo italiano, in particolare, ha criticato la posizione di Bruxelles. Secondo il governo di Giorgia Meloni, la transizione verso i veicoli elettrici non può avvenire in maniera tanto rapida e drastica, senza compromettere la competitività industriale dell'Europa. Il piano proposto da Italia e Germania è quindi quello di rallentare il passo, permettendo una transizione graduale che consenta di tenere conto delle reali capacità del settore e delle necessità infrastrutturali.

 

Il futuro del settore automobilistico europeo

Con l'industria automobilistica europea a un punto di svolta, la decarbonizzazione è diventata un obiettivo urgente e necessario per contrastare il cambiamento climatico e rafforzare l’indipendenza energetica dell'Unione. Italia e Germania hanno proposto una revisione anticipata delle normative previste per il 2035 e una maggiore flessibilità sui target di emissioni, trovando il supporto di numerosi altri Paesi. Tuttavia, l'Unione Europea sembra determinata a mantenere la rotta verso una transizione ecologica ambiziosa.

 

Conclusioni

Le prossime decisioni saranno fondamentali: l’Europa dovrà stabilire se accelerare il passaggio ai veicoli elettrici, affrontando le sfide tecnologiche e infrastrutturali, oppure adottare un approccio più graduale che consenta all'industria di adattarsi senza mettere a rischio la stabilità economica del continente.

 

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