Nuovi dazi UE e USA contro la Cina, un duro colpo per le PMI italiane
Scopri gli scenari che potrebbero vivere le nostre aziende.
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Secondo i dati raccolti da I-AER, un'ampia maggioranza delle PMI italiane si dichiara contraria all'introduzione del salario minimo, citando come principali motivi l'elevato costo del lavoro e la bassa produttività che già affliggono il settore.
Il Green Deal europeo rappresenta una delle iniziative più ambiziose mai promosse dall’Unione Europea per affrontare la crisi climatica e ridurre le emissioni di gas serra.
Tra il 2024 e il 2028, il mercato del lavoro italiano avrà un fabbisogno compreso tra i 3,1 e i 3,6 milioni di occupati. Il 50% degli imprenditori sfrutta il proprio network di conoscenze per trovare candidati.
Il 70% dei titolari di PMI del nostro paese ha espresso la percezione che l'Unione Europea sia distante dalle loro realtà quotidiane.
Da una ricerca condotta da I-AER* Institute of Applied Economic Research in collaborazione con Aida Partners su un campione di 873 imprese, risulta un forte interesse nei confronti dei social media e, più in dettaglio, degli influencer
Il passaggio generazionale nelle PMI italiane, specialmente in quelle di tipo familiare, riveste un'importanza cruciale per la continuità e la prosperità aziendale.
Ricavi in deciso rallentamento rispetto al 2022, investimenti non strategici rimandati e forti incertezze sul fronte dei pagamenti.
Nel secondo semestre 2023 crescono propensione agli investimenti e fiducia.
Boom di fatturato nel 2022 ma calano redditività e liquidità.
Siamo pronti ad abbracciare una ri-evoluzione culturale?
Caro energia e materie prime fuori controllo hanno generato una forte compressione dei margini, con impatti importanti sulla liquidità aziendale e un primo trimestre del 2023 che si annuncia in perdita per 4 aziende su 10.
Fatturato, redditività e ricerca del personale rappresentano le 3 priorità per imprenditori e manager delle PMI Italiane.
Aziende italiane inquiete per il 2023: per 8 imprenditori su 10 la recessione è già un dato di fatto. Le aziende che si stanno dedicando con ferma convinzione ad un processo di passaggio generazionale possiedono un livello di fiducia più elevato nei confronti dello scenario che ci attende.
Un comparto che da solo vale oltre il 17% del Prodotto interno loro del nostro paese. Volano di sviluppo per l’intero sistema Italia.
Un’impresa su tre rischia lo stop delle attività. Oltre l’87% delle imprese pronte alla chiusura sono operative in settori quali acciaio, ceramica, industria di precisione e dell’automazione industriale.
Overstock e ordinativi in rallentamento. A fare paura il rischio di un crollo del pil nel 2023. Le casse di ben 7 PMI su 10 saranno a rischio nel periodo Settembre-Dicembre 2022.
In calo fatturato e ordinativi. Bene il settore turistico. Prospettive di incertezza e il 2023 non si prospetta migliore.
“Necessario un ritorno alla valorizzazione dell’essere umano”.
Il 71% delle imprese è a rischio insostenibilità del debito se l’attuale crisi dovesse acuirsi. Il dato emerge dallo studio dell’Istituto di ricerca economica I-AER.
+ 28% di liquidità e + 10% di solidità di produzione nel 2020 rispetto al 2019.
Crisi di liquidità da parte delle imprese e caro energia. I prezzi al consumo continueranno a salire per tutto il 2022 a partire dai beni primari. A farne le spese i privati cittadini. Riorientare le attuali politiche governative.
Le imprese fanno più fatturato rispetto ad un anno fa ma i margini di guadagno sono in calo. Nel primo semestre del 2021 è cresciuto il comparto del commercio con un +39,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
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