Recessione: grido d'allarme per il sistema produttivo italiano
In calo fatturato e ordinativi. Bene il settore turistico. Prospettive di incertezza e il 2023 non si prospetta migliore.
Illusionismo economico Vs. sano realismo imprenditoriale. È questa la sfida del secondo semestre 2022 secondo lo studio appena pubblicato da I-AER, Institute of Applied Economic Research. A fronte di imprese oberate dal lavoro si prospetta un futuro a tinte fosche, causato da prospettive di incertezza che gravano su tutto il sistema produttivo italiano. E il 2023 non si prospetta migliore.
Milano, 5 luglio 2022 - È un outlook preoccupante, quello appena rilasciato da I-AER, centro di ricerca specializzato sullo studio dell’economia italiana. “E’ proprio così – dice Fabio Papa, docente di economia e fondatore di I-AER - le nostre rilevazioni mostrano una tendenza chiarissima: si va verso un forte rallentamento dei fatturati che potrebbe portare ad una potenziale recessione, non solo in Italia. Tale fenomeno si risconterà soprattutto a partire da Settembre 2022. Nel mentre, la maggior parte delle aziende è ancora alle prese con l’evasione degli ordinativi accumulati nei mesi pregressi, pertanto molte di esse non percepiscono la serietà dello scenario rilevato”.
La capacità predittiva di I-AER è infatti data dall’elaborazione di I-AER INDEX, un indicatore che monitora le performance mensili di oltre 750 aziende italiane operanti in una moltitudine di settori. “L’aspetto più preoccupante – continua Papa – è che il consenso del campione di aziende va in un’unica direzione: la recessione. Infatti, ben il 92% dei titolari d’impresa intervistati dichiara di prevedere un secondo semestre sostanzialmente più lento, con fatturati in calo e ordinativi che stanno iniziando a rallentare già dal mese di Giugno. Solo il settore turistico è in controtendenza, con numeri record che invitano gli operatori ad un cauto ottimismo per tutta la stagione estiva”.
I dati forniti da I-AER, in collaborazione con Aida Partners, vanno addirittura oltre e illustrano come evolverà l’immediato futuro dell’economia reale italiana.
Infatti, secondo l’analisi da parte dei ricercatori di I-AER, a causa della forte inflazione, ad essere colpiti saranno in primis i comparti consumer, ciò in quanto i salari reali degli italiani non riescono ad adattarsi al rapido incremento dei prezzi, che continuerà ad essere una criticità per tutto il secondo semestre 2022 e che andrà di pari passo con la crisi energetica. A conferma di ciò, nell’ambito food ben il 76% degli intervistati conferma tale tendenza. “A cascata, anche gli altri comparti dell’economia subiranno un rallentamento, motivo per cui oltre il 63% del totale degli imprenditori intervistati dichiara di puntare a selezionare in modo attento i clienti, concentrandosi su tempi di incasso più stringenti e su dilazioni meno generose del solito”.
Ancora più in dettaglio, le ragioni del possibile rallentamento sono principalmente due: (i) nel brevissimo termine a pesare è la crisi delle catene di fornitura che si unisce alla scarsa disponibilità di personale, con imprese che si trovano a non poter offrire prodotti e servizi in quanto letteralmente sprovviste di materiale umano (ii) nel medio-breve termine a spaventare è certamente la crisi energetica che, nei fatti, sta portando i vertici aziendali a rimandare ogni tipo di decisione alla fine del secondo semestre 2022 o, in taluni casi, addirittura al 2023.
Come comportarsi quindi? Il campione analizzato sembra avere le idee molto chiare in merito: “la parola chiave è prudenza – dice Papa”. “Oltre ad aver sostanzialmente rimandato tutti gli investimenti non strategici, le imprese analizzate dichiarano di voler rafforzare la liquidità aziendale in ben 7 casi su 10. Un ulteriore fenomeno che emerge dall’indagine è l’importanza della sostenibilità della strategia aziendale. Infatti, 81 aziende su 100 dichiarano di voler improntare la propria azione imprenditoriale ispirandosi a canoni di sviluppo sostenibile, sia in campo energetico che territoriale, così da spingere partnership e collaborazioni su base locale, diventando più agili e resilienti a potenziali shock come quello da covid-19”.
“Per il 2023 – conclude Papa – il campione analizzato dichiara di aspettarsi un primo trimestre in calo rispetto al 2022, con prospettive che diventeranno più positive solo a partire dal secondo trimestre 2023. Tale previsione è rimarcata con forza in 6 aziende su 10. Nel mentre, le imprese italiane vanno avanti in un clima che oscilla tra illusionismo economico e preoccupazioni giustificate da un clima di estrema incertezza geopolitica”.
Domenico Ciancio
Corporate Communication & Public Affairs Manager Consultant
mob. +39.329 5986982