Imprese sotto pressione: il 2023 si chiude in contrazione per 6 aziende su 10.  Il 2024 fa paura agli imprenditori delle PMI.

Fanno eccezione i soli settori della ristorazione, del turismo e il comparto del lusso

 

Ricavi in deciso rallentamento rispetto al 2022, investimenti non strategici rimandati e forti incertezze sul fronte dei pagamenti. Lo scenario economico emerge da uno studio condotto da I-AER su un campione di 716 piccole e medie imprese italiane.

 

Milano - 6 ottobre 2023 - È un quadro a tinte fosche quello che emerge dallo studio rilasciato da I-AER, Institute of Applied Economic Research, effettuato in collaborazione con Aida Partners PR e ISVI. Infatti, dall’analisi di 716 imprese italiane si registra una contrazione del fatturato nell’ordine del -13% per 6 aziende su 10, dato in forte controtendenza con gli anni 2021 e 2022, periodo durante il quale il giro d’affari delle aziende italiane aveva toccato valori straordinariamente incoraggianti.

Il 2023 si chiuderà sotto le aspettative per numerose imprese”, esordisce il Prof. Fabio Papa – docente di economia e fondatore di I-AER. “Infatti, l’entusiasmo sui fatturati si è progressivamente raffreddato già a partire dai mesi di Novembre e Dicembre del 2022. Questo fenomeno di rallentamento delle vendite si è poi amplificato nel corso di tutto il 2023 e raggiungerà il picco negativo durante i mesi di Ottobre, Novembre e Dicembre dell’anno in corso. Ce lo conferma il sentiment dei titolari d’impresa intervistati - che vedono l’ultimo trimestre del 2023 ben al di sotto delle aspettative. Fanno eccezione i soli settori della ristorazione, del turismo e il comparto del lusso”.

Come facilmente preventivabile, il calo delle vendite è determinato da numerosi fattori. Su tutti pesano l’inflazione (ancora lontana dal target del 2% fissato dalla BCE) ed il conseguente aumento dei tassi di interesse; questi due elementi hanno ridotto in maniera sostanziale il potere d’acquisto delle famiglie – sempre più colpite dai rincari che caratterizzano ogni settore dell’economia.

“In questo contesto - sottolinea Papa - dobbiamo capire che il livello degli stipendi italiani non è più sufficiente a sostenere i consumi in un mercato caratterizzato da prezzi fuori controllo. Questo deficit salariale sta causando un calo strutturale della domanda che, secondo le nostre proiezioni, si manifesterà in modo sempre più importante durante il primo semestre 2024. Ciò determinerà un’ulteriore riduzione dei fatturati, sia per le imprese che operano nel mondo consumer che per il comparto industriale”.

La flessione dei ricavi non è la sola questione che emerge dall’analisi. Infatti, nel corso del 2023 ben 7 aziende su 10 hanno rimandato gli investimenti non strategici e, addirittura, 9 titolari d’impresa su 10 ravvisano un netto peggioramento delle condizioni di pagamento, soprattutto a partire dal mese di Settembre 2023.

“Questa situazione – precisa il Prof. Papa – non ci deve stupire. Infatti, le aziende sono diventate molto più attente alla gestione della tesoreria, ciò soprattutto a causa di tassi di interesse molto alti che non rendono più così conveniente il ricorso al debito bancario. Dall’altra parte, l’orientamento alla salvaguardia delle finanze aziendali si ripercuote negativamente sia sulla propensione ad investire che sui pagamenti. Su questo ultimo fronte, nel periodo Ottobre 2023 - Marzo 2024 assisteremo ad un numero molto elevato di insoluti, con 5 aziende su 10 che dichiarano di temere potenziali crisi di liquidità già sul finire del 2023. Questa circostanza va di pari passo con l’atteggiamento più prudente degli stessi istituti di credito, oggi sempre più selettivi nel concedere credito alle imprese”.

Lo studio condotto da I-AER si concentra poi sulle prospettive 2024 e sulle strategie che le imprese intendono implementare per affrontare l’incertezza generata da inflazione persistente e da una domanda sempre più intermittente. In particolare, 7 aziende su 10 dichiarano di essere certe di un’ulteriore contrazione del fatturato per ciò che riguarda il primo trimestre 2024. Per combattere la discesa dei volumi di vendita, il campione analizzato punta con decisione su un trittico di iniziative mirate a (i) selezionare il parco clienti, privilegiando la qualità del fatturato a scapito della quantità (ii) rafforzamento delle pratiche di gestione, con focus sul monitoraggio e recupero dei crediti (iii) riduzione di acquisti, spese in personale e lavorazioni esterne per garantire almeno il pareggio di bilancio in un clima di estrema incertezza.

“Nonostante le imprese intervistate mostrino una forte propensione ad implementare strategie difensive – conclude Papa – ravvisiamo con piacere che 8 imprese su 10 continueranno comunque ad investire in pratiche di marketing digitale per tutto il 2024; al contempo, 5 aziende su 10 intensificheranno la loro presenza presso fiere internazionali, il tutto con un unico obiettivo: compensare il potenziale calo delle vendite che gli intervistati si aspettano durante il prossimo anno”.

 

Domenico Ciancio
Corporate Communication & Public Affairs Manager Consultant
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