Impresa familiare: l'influenza della personalità dell'imprenditore
Spesso in un’impresa familiare l’immagine dell’azienda è strettamente legata alla personalità dell’imprenditore che l’ha fondata, tanto da non riuscire a scindere le due identità. Questa tendenza viene accentuata quando l’imprenditore mostra uno spiccato senso di leadership e un carisma che lo contraddistingue agli occhi di tutti, tanto da renderlo un’icona.
Per molte imprese familiari, questa situazione porta ad enormi benefici; il “marchio” della persona costruisce contemporaneamente anche il marchio dell’azienda. Altre volte, invece, gli effetti non hanno ripercussioni positive sulla crescita sostenibile del business, soprattutto nel grado di leadership del resto della famiglia, che probabilmente un giorno si troverà in difficoltà a gestire il testimone che gli è stato consegnato. In questo secondo caso, tutto ciò può anche portare l’azienda al fallimento. Infatti, la conservazione e l’implementazione di quest’immagine perfetta agli occhi degli esterni, a volte reale a volte di facciata, porta molte tensioni nella gestione aziendale, soprattutto nella comunicazione tra i membri della famiglia o con i dipendenti.Tuttavia, avere un fondatore “iconico” non deve necessariamente scoraggiare le generazioni future a portare avanti l’impresa familiare. L’importante è riuscire a trovare un giusto equilibrio tra quello che è stato costruito e quello che potrà apportare la nuova generazione per contribuire a rendere l’azienda sostenibile e vincente.
Nello specifico, all’interno delle imprese familiari, esistono 4 dinamiche comuni collegate ad un imprenditore iconico:
Tendenza delle nuove generazioni a giudicare gli altri
I figli tendono a criticare le idee degli altri, sia durante la gestione aziendale sia nelle riunioni, provando ad emulare il carattere accentratore del genitore. Pertanto, il sentimento di inadeguatezza che provano viene riversato sulle altre persone che non hanno nulla a che fare con il problema.
Disaggregazione della famiglia
I figli scelgono di allontanarsi dalla famiglia e lavorare in un business non correlato. Questo per non dover subire psicologicamente il genitore in azienda.
Se l’imprenditore si assenta, l’attività è paralizzata
La restante parte della famiglia non riesce a prendere decisioni e l’azienda entra in uno stato di paralisi gestionale. Spesso ciò accade perché tali individui non si trovano d’accordo sulle modalità d’azione e questo blocca ogni attività in maniera irreparabile.
Il business non si sviluppa
I manager non familiari storici spesso sono soliti essere degli “yes-man” verso l’imprenditore senza avere interesse a proporre nuove idee. Pertanto, i manager giovani e talentuosi lasciano rapidamente l’azienda perché non ascoltati e frustrati per non riuscire a raggiungere i propri obiettivi. Tutto ciò, ovviamente, ostacola lo sviluppo e la crescita del business.
Esiste tuttavia una modalità per creare un giusto bilanciamento tra le parti e non permettere che l’imprenditore oscuri la nuova generazione:
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Riconoscere e apprezzare i contributi dell’imprenditore. Questo riconoscimento, tuttavia, non deve offuscare l’identità dei giovani. L’imprenditore deve essere visto come un’ispirazione, non come un vincolo. È importante forgiare la futura carriera sulla base delle proprie capacità e passioni, sia in azienda sia fuori. Bisogna quindi evitare la tentazione di essere un clone dell’icona.
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Guardare avanti, non indietro. La nuova generazione deve trovare la propria strada. Senza dover iniziare da subito a gestire l’azienda, ma è importante iniziare a comunicare e incontrare le persone in azienda, guadagnarsi la fiducia e immaginare come si vuole gestire l’attività.
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Essere pronti a evolvere. Deve arrivare il momento in cui la nuova generazione, pur riconoscendo il grande lavoro fatto dal fondatore, dovrà avere il coraggio di dire “dobbiamo farlo in modo diverso”. Bisogna aggiornare le strategie e spingere l’azienda ad evolversi.